Vi spiego velocemente cos’era Beverly Hills 90210 per quelli della mia generazione: secondo anno di liceo (scientifico Fracastoro di Verona), gita primaverile a Torino. Un paio di giorni, probabilmente un giovedì e un venerdì. Ricordo solo che, durante il primo giorno, abbiamo pensato esclusivamente al modo migliore per guardare Beverly Hills in serata. Non tutte le camere avevano la tv ma tutti volevamo guardarlo, sperando magari ci scappasse pure un limone con qualche compagna, sai mai…
In camera nostra (mia e non ricordo di chi, mi sembra fossimo in tre) c’era la tv. Ci siamo ritrovati forse in quindici a guardare Beverly Hills quella sera. Un’altra dozzina probabilmente erano in un’altra stanza. Ogni volta che penso a Beverly Hills ripenso a quella stanza d’albergo in gita a Torino con amici e amiche che, a parte un paio di casi, non vedo da almeno 25 anni.
Cosa più di una gita del liceo è simbolo perfetto della spensieratezza giovanile? Probabilmente Beverly Hills 90210, il primo telefilm (ancora non li chiamavamo serie tv) assieme a Twin Peaks che ho seguito con regolarità, anche se riuscivo a vedere solo una puntata al giovedì sera perché, fino al terzo anno di liceo, sono sempre andato a letto alle nove e mezza, quindi la seconda puntata la registravo e la guardavo il giorno dopo.
Dylan era il figo per eccellenza, le mie compagne lo amavano. Dylan è uno dei più grandi monumenti pop agli anni ’90. Quando la settimana scorsa ho letto dell’ictus ci sono rimasto molto male, ma l’assenza di aggiornamenti mi aveva un po’ illuso.
Leggere oggi della morte di Luke è stato davvero brutto. Brutto perché un pezzo della mia giovinezza non c’è più, così come tanti altri pezzi scomparsi, cancellati negli ultimi anni. Chris, su tutti. E quando iniziano a scomparire i personaggi che hanno contribuito, in un modo o nell’altro, a creare la persona che sono adesso, non posso non soffrirne.
Ciao Luke, e grazie.
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