Non uso più gli assorbenti, e ne vado fiera.

Disclaimer: questo articolo parla di ciclo mestruale e di dispositivi sanitari e igienici ad esso collegati. Se vi fa impressione e pensate che, gesummìo siamo nel 2020, non sia un argomento gradevole di discussione e che non dovrebbe capitarvi sotto il naso così a tradimento vi rimando molto volentieri all’ottima Roberta Marasco che ci ha scritto un libro di narrativa per ragazzi: non penserete davvero di essere più maturi dell’undicenne medio?

Detto questo, non vorrei nemmeno passare per l’invasata di turno che legge “crisi” in cinese e ci scopre dentro la parola “opportunità” perché onestamente lo sappiamo tutti quanto questa clausura forzata si stia rivelando pesante sia dal punto di vista fisico che psicologico. Però finalmente, non dovendo né potendo uscire, ho messo in pratica il mio buon proposito di esplorare meglio le alternative ai classici assorbenti usa e getta. Perché diciamocelo chiaramente: i giorni del ciclo mestruale sono già complicati di per sé e non è bello fare esperimenti quando si sa di dover stare in giro tutto il giorno, tra riunioni e mezzi pubblici e soprattutto lontane dal comfort del proprio bagno e dalla rassicurante presenza a pochi metri di un armadio pieno di cambi puliti. Quindi, rapidamente, ecco le mie personali esperienze: ragazze, si può fare!

Coppetta mestruale
Sono fan da diversi anni. Certo, non è la cosa più immediata e il primo approccio deve essere scientifico: il mio consiglio è di affidarsi ai vari gruppi di discussione dedicati su Facebook perché la scelta sbagliata di taglia e modello potrebbe compromettere il vostro rapporto.
Per me è il dispositivo ideale. A differenza di quello che accade solitamente, dopo le gravidanze ho avuto in dono un flusso decisamente più abbondante e doloroso ma la coppetta mi permette di gestirlo senza problemi. Nella mia esperienza è necessario almeno per i primi due giorni avere a disposizione un bagno confortevole in cui poterla svuotare a metà giornata. No, non serve il bidet: ci si lava bene le mani, si estrae, si svuota nel wc, si sciacqua con una bottiglietta di acqua, si inserisce e ci si pulisce con salviettine umidificate prima e ci si lava bene le mani dopo.
Pro: massima comodità di movimento, nessuna sensazione strana a contatto con la pelle, tranquillità.
Contro: occorre un po’ di manualità, la pratica come in ogni cosa rende perfetti. Consiglio finché non si conosca bene la tecnica e il comportamento del flusso di indossare un assorbente “di sicurezza”.
Consigliato a chi ha una buona conoscenza del proprio corpo e dimestichezza, a chi ha un flusso doloroso (non chiedetemi perché ma sono certa che i crampi diminuiscano notevolmente) .

Assorbenti lavabili
Li ho usati per i giorni di flusso molto leggero o come protezione extra per la notte quando, tra la posizione sdraiata e le ore tra un cambio e l’altro, non posso fidarmi del tutto della coppetta. Sono belli, sono colorati, sono morbidi ma per me non sono l’ideale. Rispetto ai tecnologicissimi assorbenti usa e getta sono un po’ ingombranti, diciamo che diventa difficile “dimenticarsi” di avere il ciclo. Sebbene siano progettati in modo intelligente per evitare macchie e perdite (hanno morbido a contatto con la pelle, uno strato assorbente al centro e uno strato impermeabile sotto) restano un po’ cicciottelli e la chiusura con i bottoni a clip non garantisce una vestibilità ottima. Inoltre non mi piace molto l’idea di infilarli in una wetbag, per quanto a prova di perdite e odori, e tenerli in borsa fino a fine giornata: per me appena si macchiano finiscono immediatamente a mollo nel catino di acqua fredda e via.
Pro: alternativa perfetta, economica e ecofriendly per i momenti “salvaslip” in casa, che sia come protezione extra con la coppetta o nei giorni di flusso leggero e incerto. Sono morbidissimi e anche se “si sente” l’umido sono molto meno traumatici per la pelle delicata.
Contro: vestibilità non ottimale, senso di bagnato che comunque si avverte e quindi necessità di cambio, scomodità fuori casa.
Consigliato a chi ha un flusso leggero o la possibilità di gestirsi in casa, a chi ha la pelle particolarmente delicata.

Mutande assorbenti
Pensavo di aver trovato la pace dei sensi (con la coppetta, il nurofen e la pizza) ma era molto curiosa di provare anche le mutande assorbenti. L’occasione è arrivata quando da Pureeros mi hanno inviato un paio di culotte Cocoro in prova. Ok, la svolta. Finalmente sono riuscita a provarle: prima non ero sicura di mollare la mia routine collaudata, poi finalmente chiusi in casa nelle condizioni perfette il mio ciclo si è sballato tanto che pensavo di essere pronta per bimbo-tris a novembre 2020. Ma ora posso dire che sono davvero soddisfatta (e non gravida).
Pro: capacità di assorbimento notevole e grande comodità. Non c’è assolutamente confronto con gli assorbenti lavabili. Quanto a vestibilità praticamente è come indossare un normalissimo intimo. Anche la sensazione di bagnato è praticamente nulla. Io le ho provate in un momento di flusso medio, per testarne la tenuta. Non credo che mi sentirei abbastanza coraggiosa da tenerle tutto il giorno in una giornata di flusso pesante, ma per momenti meno estremi sono perfette. Ero un po’ perplessa sulla questione cambio: sia gli assorbenti usa e getta che quelli lavabili chiedono proprio a gran voce l’urgenza di essere sostituiti più volte nell’arco della giornata. Questo intimo invece ha retto perfettamente senza nessun disagio per otto ore.
Contro: la manutenzione è un po’ sbattimento. Vanno lavate a mano o anche in lavatrice a bassa temperatura e purtroppo soprattutto non vanno in asciugatrice. Io che ho abolito gli stendini da tempo immemore le stendo direttamente sul termosifone (spento! altrimenti il caldo rovina il materiale assorbente) ma ecco, non arredano molto.
Consigliato a chi ha un ciclo irregolare (sono perfette per quei giorni in cui potrebbero arrivare da un momento all’altro e serve una protezione preventiva), alle ragazze molto giovani e alle prime armi, a chi soffre di piccole perdite urinarie post gravidanza o in combo con la coppetta finché ci si prende la mano.

Mi rendo conto di aver saltato l’introduzione sul perché passare a questo tipo di dispositivi, lo lascio qui in una microriflessione che sia anche un augurio. Il ciclo mestruale è una questione intima e personale, così come le scelte che riguardano la sua gestione. E personalmente io ero arcistufa di pagare ogni mese bei soldini (abbiamo presente tutti la questione della tamponare tax?) per produrre chili e chili di rifiuti inquinanti. Per me la ricerca di un’alternativa economica, ecologica ed etica non poteva prescindere comunque da comodità e dalla compatibilità con il mio stile di vita. Ho trovato il sistema che funziona per me, e questo dovrebbe essere il fine ultimo di qualunque ricerca in qualunque ambito della vita, perché sperimentare e trovare quello che si adatta ai propri bisogni fisici e etici è una forma di libertà che non dovrebbe essere un lusso. E spero che sempre più donne e ragazze possano scegliere in modo libero da pregiudizi e giudizi quello che le fa stare meglio con il proprio corpo, sempre.

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