Io e gli audiolibri

Premessa numero 1
Sono una delle persone meno multitasking che conosca al mondo. Se devo fare una cosa qualsiasi che richieda un minimo di concentrazione ho bisogno che ogni mia risorsa mentale sia allocata su quell’unica cosa. Per come sono fatta, mi è molto più funzionale estraniarmi dal mondo ed essere assorbita in un unico compito piuttosto che disperdere le mie energie su più fronti contemporaneamente. Fare tre cose insieme per me si traduce nel metterci triplo del tempo per ognuna, oltre a correre rischio di distrarmi irrimediabilmente e perdere pezzi per strada.
Per esempio, se ascolto della musica io voglio poter fare solo quello, completamente assorta e concentrata. Non riesco ad ascoltare musica e intanto lavare i piatti: va a finire che non mi godo quello che ascolto o che mi dimentico qualche tazza. Il multitasking per me è solo fonte di sicura frustrazione. Devo anche ammettere di avere, in condizioni favorevoli, una capacità di concentrazione impressionante.

Premessa numero 2
“Se ha le ruote non è un libro” è quello che ripeto a mia figlia di tre anni che vorrebbe le comprassi qualunque cosa esposta sugli scaffali in libreria. È vero che è ancora piccola e che ci vorranno ancora degli anni prima che possa apprezzare anche lei il piacere della lettura, ma non riesco a mettere da parte il mio snobismo. Leggere è una cosa seria, molto bella, certo, ma segue certe regole e ha certi requisiti.

Il dubbio
Ma allora perché una delle sue attività preferite e che incoraggio molto volentieri è proprio quella di farsi leggere i libri da noi genitori? Qual è la differenza tra La Lettura con tutte le Elle Maiuscole e il leggere ad alta voce per altri, farsi leggere ad alta voce una storia?

Il problema
Senza contare che passare da una media di oltre 50 libri letti all’anno a una quindicina scarsa ha dato negli ultimi anni una bella legnata sulle corna a questo mio snobismo da lettrice forte, il problema è che il tempo per leggere va rosicchiato al tempo che resta dopo aver fatto tutto quello che c’è da fare quando si hanno due bimbi piccoli e un lavoro grande a cui correre dietro tutto il giorno. E data la mia conformazione monotasking vanno esclusi anche tutti quei “tempi morti” che molti nelle mie condizioni riescono a sfruttare più felicemente: non leggo mentre mangio (perdo il segno e mi sbrodolo) e non leggo sui mezzi pubblici (soprattutto ora che lasciandomi trasportare dalla storia e dal passante rischio come niente di trovarmi in una provincia diversa da quella che mi serve).

La soluzione
Tutto ‘sto pippotto per dire che ho forzato le mie resistenze e ho provato ad ascoltare gli audiolibri. Ero già un’appassionata ascoltatrice di podcast ma per anni ho opposto una strenua resistenza all’audiolibro poggiata su varie motivazioni e idiosincrasie, tipo:

Eh, ma non sarà mica come leggere: leggere è un’azione, ascoltare è passività, e poi è *troppo comodo*, se non ti sforzi almeno un poco *vale meno*
E sticazzi? Quindi dovrei anche smettere di leggere ad alta voce ai bambini perché fino a quando non sapranno farlo in autonomia non ha lo stesso valore?

Eh, ma poi se il libro è letto male mi innervosisco, mi distraggo, magari vorrei andare più veloce o più lenta e invece sono costretta a stare al ritmo che decide il lettore
Perché invece quando guardo un film? O seguo un monologo a teatro? O ascolto della musica? Ma poi cos’è questa smania di controllare tutto, rilassati.

Eh, ma non c’è modo per appuntarsi una frase, mettere un’orecchietta alla pagina, fare una sottolineatura
Ok, su questa sono capitolata: mi sembravo io stessa una di quei detrattori dell’ebook che tanto prendiamo in giro con la retorica del “profumo della carta”. Mi sono dovuta sforzare per ricordarmi quando è stata l’ultima volta che mi sono segnata una citazione da un libro o da un ebook. E la risposta è stata: mai (almeno, negli ultimi 20 anni).

E così mi sono iscritta a Storytel (qui la versione per iOS, qui quella per Android) e adesso ho qualcosa di bello da fare durante il mio lungo pendolarismo, ma che mi lascia liberi gli occhi per evitare di attraversare sette provincie e perdermi sui treni.

E poi meglio un libro in più ascoltato letto ad alta voce che un libro non letto del tutto. Tiè.

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