Fabiano Massimi | Se esiste un perdono

Praga è un bosco: viuzze che si arrotolano come sentieri, edifici che bloccano la luce come immensi alberi di pietra, suoni e rumori di vite indaffarate che lasciano spazio a improvvisi silenzi. Al centro di questo bosco costruito dagli uomini c’è un bosco vero, custodito da un cancello e da una confraternita di frati. E come questi due boschi concentrici anche la storia narrata nel libro procede a spirale: intorno c’è la cornice della Storia, alle soglie dell’invasione nazista della Cecoslovacchia al terzo reich. Al centro ci sono i protagonisti di una vicenda incredibile e eroica: Nicholas Winton, Doreen Warriner e Trevor Chadwick, tre inglesi che in pochi mesi organizzarono l’espatrio verso il Regno Unito di 669 bambini non accompagnati, in maggior parte ebrei, per metterli in salvo dalla guerra imminente. Nel nucleo di questa storia, dove il bosco di Praga è fatto di foglie, muschio e fruscii si annida la terza storia, che ha quasi i contorni di una favola: c’è una bambina silenziosa e misteriosa, che vende il sale, bene ormai introvabile, agli angoli dei vicoli della città vecchia quando cala la notte. E c’è un orco, immenso e feroce, che le dà la caccia.
E poi c’è Petra, la voce narrante, che come una retta bisettrice attraversa questi tre cerchi concentrici della narrazione e li mette in contatto tra loro attraverso il racconto della sua personale storia.

Fabiano Massimi ti incalza nella lettura col ritmo di un thriller e non pochi colpi di scena da togliere il fiato, per poi sorprenderti improvvisamente in atmosfere rarefatte in cui la magia della città si presenta in tutta la sua purezza eterea e sospesa. È un libro straziante, perché se la bambina del sale è una leggenda il fondo di verità su cui ci apre gli occhi è la sofferenza reale da cui è circondata: migliaia di voci nello sfondo che si uniscono in un coro dignitoso e sommesso che accompagna ogni pagina. E come sulle linee ferroviarie che attraversano l’Europa centrale, i binari percorsi da chi si salva e da chi è perduto si intrecciano, creando geometrie casuali, e lasciandoci in eredità la frase di Nicholas Winton che è ancora dolorosamente attuale e che dovrebbe guidare le nostre azioni verso chi ancora oggi scappa per conquistarsi un futuro: “se qualcosa non è impossibile, allora deve esserci un modo per farlo”.

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